Almanacco Predirevos 28 giugno 2021
Il 28 giugno è il 179º giorno del calendario gregoriano.
Il sole sorge alle 4.35 e tramonta alle 19:45. Levata della luna alle 00:05 e tramonto alle 9:25. Gibbosa calante e nel segno dell’Acquario e poi nel segno dei Pesci.
Antoine-Joseph Sax, detto Adolphe inventa il sassofono, nel 1846. Di origine belga, è stato un inventore di diversi strumenti musicali, anche se la notorietà gli è venuta proprio dal sax. Iniziò a costruire strumenti a fiato da giovanissimi, nel laboratorio del padre, dal quale ereditò questa passione.
Nel 1883 a Milano s’inaugura la prima centrale elettrica d’Europa.
Oggi si celebra la Giornata mondiale dell’albero. Tra gli alberi sacri, ricordiamo il baobab, il santo biancospino, la betulla bianca, la quercia…
Il primo paese a celebrare la giornata dell’albero è stata la Svezia.
Come abbiamo detto, il baobab è un albero considerato sacro. Secondo una leggenda africana, all’inizio della creazione, Dio avrebbe affidato un albero ad ogni animale. Il baobab toccò alla iena la quale non sapendo cosa fare e considerandolo brutto lo gettò via. L’albero cadde con le fronde nella terra e le radici nel cielo.
Esiste anche una specie di baobab australiana, tutte le altre si trovano in Africa.
Sono venerati in quanto considerati la casa degli spiriti degli antenati. Perciò tagliarli, costituisce un vero e proprio sacrilegio.
Il baobab più antico del mondo sembra essere quello che si trova in Sud Africa e che ospita un bar al suo interno, ha bel seimila anni.
La redazione di Predirevos dedica alcune parole a un famoso italiano nato il 28 giugno a quella che si chiamava una volta Girgenti, antico nome di Agrigento.
Luigi Pirandello, premio nobel della letteratura, nel 1934 per il suo ardito e ingegnoso rinnovamento dell’arte drammatica e teatrale.
La Maschera di Luigi Pirandello
Io non ti prego, o vuoto cranio umano,
che il gran nodo mi voglia distrigar.
Follie d’Amleto! Io sto co’l Lenau: è vano
de la vita la Morte interrogar.
A che avventarti questa malacia
che in van mi rode, in stolidi perché?
Non vo’ sapere a qual mai uom tu sia
appartenuto – ora, appartieni a me.
Tu nulla forse m’avresti insegnato
quando un cervel chiudevi ed un pensier;
ora m’insegni a ridere del fato,
e a vivere la vita – unico ver.
Vogliam noi oggi, amico teschio, un poco
rifarci de le noje aspre del dí?
Io ho pensato di prenderci gioco…
Amico teschio, indovina di chi?
De la luna, di lei… Non ti se’ accorto
ch’ella ti fa da un pezzo l’occhiolin?
Anch’ella è morta, come tu sei morto,
e vi potreste intendere un pochin.
Quando sorge dai monti e le gioconde
acque del Reno incande e le città,
co’l primo raggio suo ti circonfonde,
da la finestra, e a contemplarti sta.