Archetipi e Arcani Maggiori
Spesso abbiamo parlato di Archetipi in riferimento a Carl Gustav Jung.
Archetipo è un termine che deriva dal greco e significa modello, immagine, esemplare.
Il primo a utilizzarlo è stato il filosofo Filone di Alessandria, poi Dionigi di Alicarnasso e Luciano Samosata.
Tuttavia, senza rintracciare un percorso filosofico, visto che non è questo lo scopo dell’articolo, diciamo semplicemente che in psicologia analitica ha il valore di pensiero universale. Esattamente per questo si parla d’inconscio collettivo.
In questo articolo, vediamo insieme come si associano gli archetipi agli Arcani Maggiori, in un linguaggio simbolico di cui si avvale la cartomanzia.
Innanzitutto, gli Arcani Maggiori possiamo dividerli in tre gruppi. Per analizzare in modo pratica, le diverse sfere.
Il primo gruppo include le carte che vanno dal numero uno al numero sette e rappresentano la coscienza.
Dalla carta numero otto alla quattordicesima abbiamo la sfera del subconscio.
Invece dalla quindicesima carta alla ventunesima, ci troviamo nella super coscienza, ovvero, nello sviluppo della sfera spirituale.
Vediamo il Primo Gruppo.
Il Mago, per esempio indica l’Io.
Io sono, il nuovo inizio, quello che tutto comincia.
La sacerdotessa, è l’io incarnato.
L’Imperatrice è l’io che nasce, l’archetipo della madre con il suo mantello protettivo.
L’Imperatore è colui che attua, che crea azioni, ossia l’archetipo del padre. Rappresenta l’autorità, l’ordine, le regole.
Il Sommo Sacerdote indica l’apprendimento.
Un apprendimento totale quello che viviamo negli anni della scuola e nella società.
Gli Innamorati indicano le decisioni e le responsabilità che seguono. Errori compresi. Siamo nella sfera dell’adolescenza dove si sperimenta la vita attraverso se stessi, si comincia a diventare grandi.
Il Carro significa prendere in mano la propria vita. Ciò implica la conoscenza delle mie capacità ma anche i miei limiti e so dove posso arrivare.
Archetipi e Arcani Maggiori
Il secondo gruppo riguarda il piano della crescita personale.
La Forza, quella che serve per iniziare un progetto, un percorso. La scuola dove apprendiamo che esistono le tentazioni, la possibilità di cadere. Ma, altresì, esiste la capacità di dominarle, di addomesticare certi eventi.
L’Eremita è l’equivalente della saggezza, della sapiente solitudine, della riflessione profonda per conoscere la propria luce interiore.
La Ruota della Fortuna mi avverte che il mondo gira non a mio piacimento e che devo apprendere qualcosa che va oltre me stesso. I ritmi non son sempre quelli che io impongo, perciò devo ascoltare suoni che ancora non conosco. Questa carta, in alcuni mazzi è il numero otto e in altri, il numero undici.
La Giustizia parla di un’armonia di un giudizio che mettono in equilibrio ogni cosa, l’esterno com l’interno. Questo arcano in alcuni mazzi e il numero undici e in altri il numero otto.
L’Appeso invita a osservare la realtà da un altro punto di vista di apprendere a vedere che non siamo soli e che intorno ci sono altri e altro.
La Morte o Arcano senza nome, è il cambiamento per eccellenza. Il compito è quello di assumerlo e compierlo.
La Temperanza, vien dopo la trasformazione, perciò indica la necessità di armonizzare e di ritrovare un equilibrio interiore.
Archetipi e Arcani Maggiori
L’ultimo gruppo riguarda le grandi sfide.
Il Diavolo, indica le passioni basse, quella parte nascosta di se stessi, le ossessioni, le difficoltà interiori.
La Torre, indica la lotta per la libertà, la necessità di costruire su basi solide.
La Stella ci invita a relazionarsi con la parte inconscia per cercare tutte le possibilità che sono in noi, per apprendere il nostro valore.
La Luna indica l’intuizione.
Il Sole ci ricorda che siamo capaci di brillare., di donare, di aiutare
Il Giudizio o l’Angelo, è il risveglio, il vero discernimento. Il richiamo a rinnovarsi, alla responsabilità e al perdono.
Il Mondo è la realizzazione di se stessi, la tappa finale, l’equilibrio tra la parte femminile e quella maschile.