Tarocchi nei palazzi rinascimentali
Le carte che oggi conosciamo come Tarocchi, nel passato, in Italia, erano chiamatI Trionfi.
Venivano raffigurati con disegni di animali mitologici, personaggi vari ed erano numerati.
Esistevano diversi mazzi e alcuni erano costituiti semplicemente da un numero di carte ridotto.
Ad un certo momento, si ebbe un passaggio importante.
Alcuni cultori cominciarono a relazionare talii simboli alla cabala, alle tradizioni pseudomistica, ai mitici libri di Thot.
Come ben sappiamo, il Tarot è un insieme di 78 carte con immagini che continuano a generare un certo interesse. Una parte di queste carte sono denominate arcani maggiori e il resto, arcani minori.
Tarocchi nei palazzi rinascimentali
Il Rinascimento è stato un terreno fertile per tali simboli. Infatti, erano comparati a un certo cammino iniziatico, a causa del linguaggio criptico.
Giusto per questo motivo, li ritroviamo in alcuni affreschi del tempo, come per esempio, nel Palazzo Schifanoia di Ferrara o nel Tempo Malatestiano di Rimini.
Suscitarono finanche l’interesse nello stesso Botticelli.
Tuttavia, l’elenco degli artisti che ne subirono l’incanto è lungo.
L’uomo del Rinascimnto cercava precisamente un ponte tra la terra e il cielo.
Doveva tracciare i propri cammini, scoprire la sua natura divina, la sua proporzione con l’universo.
Tarocchi nei palazzi rinascimentali
In questo ideale, i Tarocchi avevano presa per l’idea iniziatica, la spiritualità, il valore mistico che susctavano.
Una continua ricerca del paesaggio naturale, del bello, dei gesti armonici.
Dei giochi che fondono il colore con la magia, della grazia con l’intento della spensieratezza.
Senza dubbio, non di una semplice dimenticanza, se non dii una agiatezza peculiare, devota, attenta.
ll cammino verso una didattica e un apprendimento pieno di universalità, di cosmologia.
Così come attestano gli affreschi di Palazzo Borromeo.
Tarocchi nei palazzi rinascimentali
In pieno Rinascimento, ci si volgeva all’Arte della Memoria, alla Qabbalah, al Sefer, all’anima della creazione stessa, del mondo.
Non c’è da meravigliarsi dunque se tali concezioni cercavano di plasmarsi e a manifestarsi attraverso alfabeti differenti.
Un gioco tra esoterismo e allegorie, tra rinascita e antichità.
Possiamo parlare di un passatempo filosofico, spirituale, che evocava potenze creatrici ed immaginative.
Forze trionfanti, spettacoli da ammirare attraverso cicli di pitture dove le energie cosmiche governano la vita degli esseri umani e la loro storia.
Il gioco dei Tarocchi nella vita bella, negli occhi di clui che li affresca e di coloro che li ammira.
L’arte del simbolo, ossia la seduzione di un messaggio tutto da decifrare.
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