Cartomanzia e i dieci auspici
La Cartomanzia si perde nella notte dei tempi: Le ipotesi sono tante . Quest’arte ancestrale ha fatto il giro del mondo e c’è chi la relazione con la cultura egizia, chi con quella cinese, araba.
Però, niente è certo.
Indagare, in ogni caso, risulta sempre interessante, perché ci si può imbattere in nuove ricerche, in meandri sconosciuti. E, persino, si parte da un indizio per finire in un altro.
Un viaggio senza fine e che sempre ricomincia. Questo è il bello.
Si passa per diverse culture, parti del mondo per rintracciare aspetti sempre nuovi per quanto antichi.
Un rincorrersi di notizie, un rimbalzare da un luogo all’altro, da una teoria all’altra, da un gioco alla corte, dalle tavole alle pergamene.
Linguaggi criptici, simboli, figure, colori, messaggi e il tutto su delle carte. Incredibile davvero.
Si passa altresì dal fascino al recesso, dall’accettazione di tale pratica alla aberrazione, dalla divinazione alla demonizzazione.
Quanta strada, quanta storia che si perde nei millenni di una forma straordinaria per consultare il proprio futuro.
Sulla cartomanzia non si finisce mai di raccontare, mai di scrivere, di domandare e rispondere, di interpretare e ricercare.
Così, in questo articolo, vi presentiamo gli auspici. Un altro aspetto poco conosciuto e alquanto bizzarro sulla cartomanzia. Molto legato, a ragion del vero, al mondo della superstizione.
Lo riportiamo per mera curiosità.
Il primo ci dice che quest’arte è strettamente legata alla madre natura.
Con il secondo, sappiamo che il consultante deve alzare il mazzo con la mano sinistra se è single. Se è sposato, allora con la mano destra. Vale sia per gli uomini quanto per le donne.
Invece, il terzo ci rivela che se cade una carta a terra, durante la tirata, è segno di cattivo auspicio e peggio ancora se la carta che cade è l’asso di spade.
Il quarto parla di meteo. Ovvero, meglio non consultare i tarocchi in una giornata di pioggia o nuvolosa. Figuriamoci poi se c’è una forte tormenta o una specie di diluvio!
Al punto cinque, entrano in gioco alcuni animali come il cane che latra. Peggio ancora se l’animale in questione è un gufo.
Il numero sei segna degli ostacoli se durante il consulto qualcosa lo interrompe.
Poi, passiamo al settimo livello, quello che indica un momento specifico della consulta. Ovvero, la metà. Se inizia a piovere? Uhm…
L’ottavo punto fa entrare in gioco un altro animale: il gatto. Anche qui non va bene se il felino si mette a miagolare durante la lettura.
Invece, il nono punto che ritorna al bel mezzo della consulta, favorisce l’ascolto della musica. Meglio dire, se si ascolta una musica o qualcuno cantare perché è un ottimo augurio.
Il decimo è poetico e richiama la farfalla. Infatti, se durante il consulto appare una farfalla o una libellula, allora coraggio, perché andrà tutto bene.