Il caraterre ribelle del Tarot
Come sappiamo, la cartomanzia è uno strumento divinatorio ampiamente diffuso in ogni parte del mondo e con una storia antichissima.
Addirittura, ha avuto momenti di grandissimo interesse da parte di tanti maghi o studiosi di esoterismo, d kabbalah, dii alchimia, astrologia e finanche di terapia psicologica.
C’è chi ha rintracciato un cammino sacro nel tarot, l’importanza di un messaggio, un codice intelligente.
Tuttavia, questo linguaggio simbolico non si lascia circoscrivere, definire, né chiudere in schemi predefiniti o ben architettati.
Ai Tarocchi piace giocare. Un gioco che si burla, che sa prendere in giro, sa apparire e nascondersi a suo piacimento.
Quando si parla di tarot, l’unica cosa certa è la stessa incertezza. S disconosce l’origine certa e finanche il termine si apre a questioni. Non si sa come siano arrivati in Europa.
Certamente ci sono diverse teorie. Ma sono solo teorie, appunto. Perché resta tutto incerto.
Man mano, nel corso dei tempi, si è affermato, si è creato un mazzo tipo, diciamo così. A questo, poi, ne sono stati aggiunti altri.
Non per caso parliamo di arcani, di manzia, di divinazione.
In Italia, si passò dai Trionfi ai Tarocchi. Oggi, sappiamo anche che la parola Tarocchi non significa gran che. Ovvero, non significa niente. Forse tiratura? Anche questo è insicuro.
C’è chi afferma che il termine si rifaccia al tarocco, allo sceicco, un matto. Si pensa al gioco della bagattella, allo stesso Bagatto. I Tarocchi allora erano il gioco del far finta che, affinché si potesse comprendere qualcosa?
Oppure una sorta di Pulcinella per poter dire quello che non vogliamo sentirci dire?
Di arcani è composto il tarot, esattamente come arcano è il suo nome.
Una cosa è certa. Chi s’è avvicinato ad esso, ha sempre voluto metterci del suo. Culture comprese.
Tarot come libro di Thot? Tarot come Tara, la divinità orientale, tibetana? O Tarot come Torah?
Fatto sta che resta una questione aperta, sempre da investigare. Un’arte che si crea, fedele alla sua stessa essenza. Bizzarra finanche, capricciosa, unica e inafferrabile.
Il Tarot si avvale di un suo linguaggio, di simboli propri, di codici. Immagini attuali e lontane allo stesso tempo. Infatti, ogni tanto si disegnano mazzi più contemporanei.
Ma fa lo stesso. Perché il Tarot sopravvive sempre. La società si trasforma, Persino il modo di consultarlo. Lui no.
Immagini mute che hanno molto da dire. Numeri, colori, un insieme che parla sempre.
Il non senso si trasforma in guida. L’inesplorato diventa un sentiero. L’incomprensibile si rivela, come e quando vuole, Con la sua intelligenza appunto, con il suo messaggio. E nessuno se ne può appropriare. Perché si sa, il suo carattere ribelle non sta zitto e non ha peli sulla lingua. Che piaccia o no.