Divinazione e dee Cibele
Oggi parliamo di una delle figure femminili mitologiche più importanti e meno conosciute.
Pensate, Cibele era così potente che si credeva avesse creato l’universo da sola.
Madre di ogni creatura e di tutti gli dei.
Vergine, la sovrana di ogni cosa, con qualità oracolari.
Non era stata generata da nessuno. Stava al di sopra di tutto e di tutti.
Pronta ad aiutare chiunque la onorasse.
Colei che insegnò agli esseri umani a forgiare i metalli.
In pratica, era la fonte dell’intelligenza, demiurga e provvidenza.
Indubbiamente, un mito complesso con evidenti richiami alchemici ed esoterici.
Una divinità dell’Anatolia considerata la signora degli animali, delle montagne e di tutti i luoghi non contaminati.
Il suo culto passò dalla Frigia a Roma.
Era raffigurata su un trono trainato da due leoni, Melanione e Atlanta.
Zeus li aveva trasformati e condannati a trainare il carro perché avevano profanato il tempio d Cibele.
Di lei si innamorano tanti dei, persino lo stesso Zeus, ma inutilmente.
Infatti, l’amore di Cibele era il bello Attis per il quale suonava la lira.
Attis però lasciò la dea e se ne andò a vagare sulla terra. Ma Cibele aveva occhi ovunque e lo sorprese in flagrante e lui si suicidò.
Secondo altre fonti, Attis, oltre a essere l’amante d Cible pare che fosse anche il figlio.
In ogni caso, anche qui, risulta innamorarsi di un’altra donna la quale lo fece impazzire.
Allora, Cibele interviene per salvarlo trasformandolo in un pino.
A queste storie, pare che si ispiri la festa siciliana della spaccata del pino.
Una festa che si celebra anche in Spagna e precisamente a Barcellona.
A Roma, il culto di Cibele iniziò con la traslazione della pietra nera, simbolo della dea. Esattamente durante le guerre contro Annibale, sotto il consiglio dei sacerdoti.
Infatti, secondo l’oracolo, sarebbe stato possibile cacciare l’invasore solo con la presenza di Cibele, ovvero della madre di tutti gli dei.
Divinazione e dee Cibele
I sacerdoti di Cibele erano eunuchi e, durante i riti, si flagellavano.
Onoravano la dea con danze, orazioni, movimenti ossessivi e quando si sentivano invasi da Cibele, allora profetzzavano.
La dea aveva concess loro il dono di interpetare i sogni e il volo degli uccelli.
Potevano comprendere il moto degli astri ed esorcizzare.
Il culto di Cibele si espanse per tutto il Mediterraneo. Infatti, non è un caso se troviamo la sua presenza in musei e templi.
La pietra nera che gli antichi romani fecero traslare, simbolo della dea, pare che fosse un meteorite. Veniva venerato proprio per la sua origine celeste.
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