Astrologia sincronica. Effetto Pauli
Della sincronicità ne abbiamo già parlato in Cartomanzia e coincidenze.
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Avete mai sperimentato che stavate pensando ad una persona e questa vi telefona?
Oppure, avete mai sognato un luogo e dopo un certo tempo, lo avete visitato?
O sognare una situazione e, lo stesso giorno, trovarcisi?
Jung ha parlato di, sincronicità, coscienza collettiva, archetipi.
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Quella della sincronicità è una legge, secondo lo scienziato, che ognuno sperimenta e che ci orienta.
Verso cosa?
L’interpretazione del simbolo, attraverso un processo psicologico.
Pensare ad un numero, vedere un cartello pubblicitario, segnali che non capitano per caso, ma che hanno un senso.
La difficoltà sta nel dare a tutto ciò un’interpretazione.
La sincronicità ha un significato, apparentemente nascosto. In realtà è coinvolgente, entra in un ordine trascendentale. Per questo è importante interpretare i simboli.
L’astrologia posside un linguaggio simbolico e sincronico allo stesso tempo.
Già nella mitologia, le società antiche sperimentavano la profondità della simbologia relazionata al vissuto quotidiano.
Esattamente come abbiamo anche visto nell’articolo Oroscopo: quando il mito si compagina con l’umano.
L’astrologia sincronica è molto antica però, Jung le ha dato una impronta psicologica fondamentale.
Vediamo di che tratta.
Il momento della nascita, per esempio, è sincronizzato con quello del concepimento, con la mente nel piano metafisico.
La posizione planetaria e la carta natale sono relazionate.
Pertanto, è possibile leggere che tipo di predisposizioni sono presenti in un individuo al momento della sua venuta al mondo.
La fisica quantica e gli studi di Jung hanno dato un grande impulso all’astrologia contemporanea.
Proprio grazie a suddette riecrche, oggi l’astrologia lavora in sinergia con altre discipline, comprese quelle psicologiche.
In maniera di offrire alle persone una certa qualità ed aiutarle nel cammino della conoscenza.
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Una dimostrazione di quanto affermato l’abbiamo esattamente con la carta astrale.
Attraverso di essa, possiamo conoscere aspetti del nostro pensare.
Finanche le inquietudini e le attitudini.
La mente, ad un primo livello, diciamo così, è collegata all’ego e i pianeti personali come Mercurio, Venere, rappresentano gli archetipi.
Esempio concreto: Mercurio è legato all’archetipo del pensiero.
Un’ astrologia tesa verso la conoscenza emozionale, in aiuto all’energia che percepiamo. Visto la difficoltà a tradurre il linguaggio degli impulsi.
L’astrologia sincronica accoglie le sfide contemporanee per aiutare la persona ad uscire da alcuni circoli viziosi, così da ripetere determinati errori.
In pratica, la possibilità di riprogrammarsi.
Sappiamo benissimo che se abbiamo un problema, possediamo anche la soluzione, dentro di noi. Tutto sta ad incontrarla.
Viviamo in una congiunzione ed una armonia tra l’esterno e l’interno, come sopra così sotto, come fuori così dentro.
L’astrologia parla di tendenze e predisposizioni dell’individuo.
Chiaramente è fondamentale conoscersi e la carta natale può venire in auto.
Wolfgang Ernst Pauli, ricordiamo brevemente, fu un padre fondatore della fisica quantica. Importanti i suoi studi sul principio di esclusione e sui neutrini.
Ad un certo punto della vita, soffrì a livello personale così tanto, dopo il suicidio della madre, che si chiuse in se stesso. La situazione peggiorò quando il padre si risposò, tanto che cadde nell’alcolismo e finì nei bordelli.
La parte positiva di tutta questa storia, visto che nulla succede per caso caso, fu proprio l’incontro con Jung.
Il medico svizzero, infatti, aiutò il Pauli a guarire.
Inoltre, da tutta questa vicenda , tra i due, nacque una collaborazione, cosicché gli studi sulla sincronicità ebbero degli interessanti sviluppi.
E’ un modo di dire scherzoso e anche superstizioso diretto a quelle persone la cui presenza provoca il danneggiamento di alcune apparecchiature.
Si chiama così perché quando Pauli entrava in un laboratorio, gli strumenti si rompevano o finivano di funzionare. Questo era reale e non una leggenda, tanto che il suo collega Markus Fierz raccontava:
“Anche specialisti della fisica sperimentale – persone obiettive e realiste – condividevano l’opinione secondo cui fosse proprio Pauli che emanava questi effetti strani.
Per esempio, si credeva che la sua semplice presenza dentro un laboratorio generasse un sacco di problemi nella conduzione di un esperimento: rivelava, diciamo così, la malignità delle cose.
Era questo L’Effetto Pauli. Per questa ragione, il suo amico Otto Stern, celebre artista dei fasci molecolari, non l’ha mai lasciato entrare nel proprio istituto.
Non è affatto una leggenda, conoscevo benissimo Stern così come Pauli!
Anche Pauli credeva assolutamente ai suoi effetti. M’ha raccontato come percepisse le sventure in anticipo nella forma di una spiacevole tensione e che, se poi il disagio preconizzato avveniva davvero, si sentiva bizzarramente libero e sollevato. Si può insomma considerare l’Effetto Pauli come un fenomeno sincronico“.
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