Almanacco Predirevos 26 maggio 2021
Il sole sole sorge alle 5:40 e tramonto alle 20:30. Levata della luna alle 20:50 e tramonto alle 5:30. Luna piena nel segno del Sagittario.
Oggi si celebra la giornata mondiale della sclerosi multipla.
In Polonia si celebra la festa della mamma. La Guyana celebra la festa dell’indipendenza dal Regno Unito.
Invece, in Italia si celebra la Giornata del sollievo.
Eclissi lunare alle 11:12, nel cuore galattico.
Molta energia e voglia di fare. Innovazione e creatività. Importante è prefissarsi un traguardo.
Tradizionalmente, non si consigliano gli interventi chirurgici, bisogna prestare attenzione al proprio sistema scheletrico, soprattutto al bacino. Aver cura anche del proprio fegato.
È il momento propizio per la conoscenza del sé e di mettere in relazione la parte razionale con quella creativa. Ci troviamo con il segno solare nei Gemelli e quello lunare nel Sagittario.
La redazione di Predirevos dedica il tema natale di oggi alla prima donna americana nello spazio. Questa astronauta ha raggiunto lo spazio il 18 giugno 1983 a bordo della STS-7 ed è rientrata il 24 giugno dello stesso anno.
Sally Kristen Ride, nata a Los Angeles, sabato 26 maggio 1951 alle 8:10.
Segno Solare: Gemelli
Segno Lunare: Acquario
Ascendente: Cancro
MC: Pesci
Numero destino: 11
Pianeti dominanti: Luna, Venere e Urano
Case: 1, 4, 8
Tutto annerò.
Brillava, in alto in alto, il cielo azzurro.
In via con me non c’eri, in lontananza, se non tu, Rio Salto.
Io non t’udiva: udivo i cantonieri tuoi,
le rane, gridar rauche l’arrivo d’acqua,
sempre acqua, a maceri e poderi.
Ricordavo.
A’ miei venti anni, mal vivo,
pensai tramata anche per me la morte nel sangue.
E, solo, a notte alta, venivo per questa via,
dove tra l’ombre smorte era il nemico, forse.
Io lento lento passava, e il cuore dentro battea forte.
Ma colui non vedrebbe il mio spavento,
sebben tremassi all’improvviso svolo d’una lucciola, a un sibilo di vento:
lento lento passavo: e il cuore a volo andava avanti.
E che dunque?
Uno schianto; e su la strada rantolerei, solo… no, non solo!
Lì presso è il camposanto, con la sua fioca lampada di vita.
Accorrerebbe la mia madre in pianto.
Mi sfiorerebbe appena con le dita:
le sue lagrime, come una rugiada nell’ombra, sentirei su la ferita.
Verranno gli altri,
e me di su la strada porteranno con loro esili gridi
a medicare nella lor contrada, così soave!
dove tu sorridi eternamente
sopra il tuo giaciglio fatto di muschi e d’erbe, come i nidi!
Mentre pensavo, e già sentìa, sul ciglio del fosso, nella siepe,
oltre un filare di viti, dietro un grande olmo,
un bisbiglio truce, un lampo, uno scoppio…
ecco scoppiare e brillare, cadere, esser caduto,
dall’infinito tremolìo stellare,
un globo d’oro, che si tuffò muto nelle campagne,
come in nebbie vane, vano;
ed illuminò nel suo minuto
siepi, solchi, capanne, e le fiumane erranti al buio,
e gruppi di foreste, e bianchi ammassi di città lontane.
Gridai, rapito sopra me: Vedeste?
Ma non v’era che il cielo alto e sereno.
Non ombra d’uomo, non rumor di péste.
Cielo, e non altro: il cupo cielo, pieno di grandi stelle;
il cielo, in cui sommerso mi parve quanto mi parea terreno.
E la Terra sentii nell’Universo.
Sentii, fremendo, ch’è del cielo anch’ella.
E mi vidi quaggiù piccolo e sperso errare, tra le stelle, in una stella.
(Il bolide di Giovanni Pascoli)