Astrologia nel libro di Osea.
Nel Dodekapropheton, sono raccolti dodici libretti che nella Bibbia cristiana conosciamo come i profeti minori.
Tra questi, troviamo Osea, contemporaneo di altri profeti detti minori, quali Amos, Giona e Gioele.
Iniziano a predicare sotto il regno di Geroboamo II, quarto re d’Israele che regna dal 782 a. C., per ventinove anni.
Vivono in un periodo oscuro e torbido della storia d’Israele, condannando l’egoismo e il materialismo dell’epoca.
Osea è protagonista di una storia personale assai tormentata perché sposa una donna che lo abbandona.
Le sue vicende drammatiche diventano il filo con cui tessere la trama del popolo d’Israele che ha risposto all’amore di Dio con il tradimento.
Le sue parole sono soprattutto contro le classi dirigenti, i re corrotti, i sacerdoti ignoranti ed avidi, le ingiustizie e le violenze.
Tuttavia, l’accento viene posto sull’infedeltà religiosa giacché Jahve è stato sostituito dal culto di Baal ed Astarte.
Osea, figlio di Beerì, al tempo di Ozia, di Iotam, di Acaz, di Ezechia, re di Giuda, e al tempo di Geroboamo figlio di Ioas, re d’Israele.
Profetizza attraverso la parola del Signore che gli è stata rivolta, il quale gli dice di prendere come moglie una prostituta.
E’ così che inizia un racconto pieno di simbolismo in cui il tradimento idolatrico d’Israele non è solo una prostituzione ma addirittura un adulterio.
Il cuore di queste pagine, raggruppate in quattordici capitoli (come a noi è giunto dal testo ebraico, uno dei più manomessi dell’Antico Testamento), sta esattamente nel secondo.
Infatti, ne è la chiave.
Come accennato, Jahve ha donato alla sua amata (il suo popolo) vino ed olio e le ha prodigato argento ed oro. Il popolo però lo ha usato per Baal.
Chi era Baal?
Era il dio collegato al vicino Oriente, con funzioni metereologiche. Il popolo aveva convertito l’oro e l’argento ricevuti, in oggetti di culto destinati a Baal.
Come abbiamo detto in altri articoli (vedi quello su Saul, per esempio), nonostante le arti della magia, dell’occultismo, della divinazione fossero vietate in Israele, il popolo continuava a praticarle.
Che tipo di oggetti forgiavano gli israeliti? Dei veri e propri talismani con poteri magici e propiziatori da usarsi in alcuni momenti precisi della posizione degli astri e dei pianeti.
Le immagini raffiguravano gli astri stessi e, attraverso di essi e del potere delle parole, si ottenevano benefici.
Come suscitare l’amore della persona desiderata, trovare oggetti perduti,.
Oppure, provocare la distruzione degli individui o di una città, evitare il morso degli animali velenosi, procurarsi il favore dei potenti…
Astrologia nel libro di Osea
Tale magia astrale aveva le sue basi nella filosofia greca neoplatonica: tutto quello che sta sopra influisce su tutto quello che sta sotto.
In pratica, ciò che si evince da questi eventi è una idea di astrologia con una forza attiva e dinamica non indifferente.
Perché non solo si tende ad auspicare benefici o riconoscere le influenze celesti su quelle terrene, ma si intenta di cambiare le cose e di stravolgere la realtà.
Baal è il signore della casa ascendente, che si trova ad est.
Ad ovest, troviamo quella discendente; a sud, il cielo medio e a nord, il nadir.
Così era visto il quadrante del cielo natale o quattro angoli, dagli antichi astrologi ebrei.
Le dodici case zodiacali si ottenevano dalla divisione per tre di quattro settori chiamati Ruben, Giuda, Efraim e Dan.
Il nome dei figli di Giacobbe e che in tutto furono dodici, posti a capo delle altrettanti tribù d’Israele.
Il signore della casa o settore del cielo, si chiamava Baal.
Il primo a dare questa interpretazione al secondo capitolo di Osea fu Abraham ibn Ezra (1092-1167).
Vi invito a notare che baal prende forma plurale nel libro dei Giudici, nel secondo capitolo ai versetti undici-tredici:
“Gli Israeliti fecero ciò che è mal agli occhi del Signore, e servirono i Baal; abbandonarono il Signore, Dio dei loro padri, che li aveva fatti uscire dal paese d’Egitto, e seguirono altri dei di quei popoli che avevano intorno: si prostrarono davanti a loro e provocarono il Signore, abbandonarono il Signore servirono Baal e Astarte”.
Baal e Astarte possono essere descritti anche come i Baal e le Astarti, una coppia delle divinità cananee.
Baal, come abbiamo detto, significa signore, è il principio divino maschile, spesso considerato il possessore del sole. Astarte.
Corrisponde all’Ishtar assira ed è la dea dell’amore e della fecondità.
Altra curiosità la troviamo nei versetti diciotto e diciannove sempre del secondo capitolo di Osea, perché è su questo che stiamo riflettendo e così è scritto:
“E avverrà in quel giorno
-oracolo del Signore-
mi chiamerai: Marito mio,
e non mi chiamerai più: Mio padrone.
Le toglierò dalla bocca
i nomi dei Baal
che non saranno più ricordati”.
Come notate, qui Baal è al plurale e c’è da sapere che era anche il nome che si dava al marito, in quanto signore e padrone.
In Israele non aveva un significato negativo tanto che si usava come nome proprio di persona.
Inizia ad avere una connotazione idolatrica quando avviene l’incontro con la cultura cananea, poiché niente e nessuno può sostituire l’unico signore, ossia Jahve.
Il racconto finisce bene sia per Israele, dato che Dio non lo abbandona ma lo riprende con immenso amore, sia per Gomer, giacché Osea la perdona e la riscatta dal santuario dove si era resa schiava sacra, al prezzo di quindici pezzi d’argento ed una misura e mezza d’orzo.
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