In questo articolo parliamo di astrologia e di Galileo, il padre della scienza moderna.
Una stella tra le stelle
Spesso, ci si chiede se l’astrologia cozzi con la scienza, un po’ come l’espressione “i cavoli a merenda”.
Eppure, al discorso delle stelle se ne sono interessati da sempre filosofi, teologi e scienziati e, tra questi, anche il grande Galileo Galilei.
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Solo che a un certo momento, si iniziò a relegare questa disciplina al mondo dell’occulto e a considerarla non una scienza, mentre l’astronomia la soppianterà definitivamente.
Tra i famosi teologi che a essa si interessarono ci fu San Tommaso d’Aquino che ben conosceva, tra l’altro, la filosofia ermetica.
Non da meno, Dante Alighieri che la teneva in considerazione ma condannava coloro che la usavano in modo fraudolento.
Senza parlare poi del futuro Papa Giulio II, il quale si fece leggere l’oroscopo prima dell’elezione e come lui anche altri papi.
Se da una parte, Leone X istituiva una cattedra di astrologia, dall’altra alcuni pontefici ,con una bolla, condannavano alla scomunica o a morte chi la praticava.
Praticamente, si verificò un progressivo distacco dall’astrologia.
Ciò avvenne per diversi fattori e non solo per motivi religiosi. Bensì perché nasceva il metodo scientifico, l’esaltazione della ragione.
Infine, econ l’illuminismo fu completamente demonizzata.
Tuttavia, alla fine dell’Ottocento, perfino tra gli intellettuali cattolici, ci fu una sorta di riapertura. Basta che si evitasse il fatalismo.
Anche oggi si vive una specie di dicotomia, tra coloro che la condannano e coloro che se ne interessano.
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Tornando al nostro genio di Pisa che nacque il 15 febbraio 1564, segno zodiacale Acquario, c’è da sapere che era uno studioso di astrologia.
Margherita Hack per esempio ha commentato questo assunto.
In pratica, ha precisato che al tempo in cui visse Galilei “l’astrologia e l’astronomia non erano chiaramente separate e ambedue erano ritenute egualmente rispettabili“.
Altresì, Keplero e Copernico si dedicarono allo studio dei corpi celesti, ben lo sappiamo, sfidando le credenze e i divieti del tempo.
Galileo, il primo scienziato moderno, è stato torturato e condannato dall’Inquisizione per le sue teorie e dovette recitare, per tre anni, sette salmi penitenziali.
Un grande osservatore di corpi celesti, un ricercatore e sperimentatore tanto che usava persino i suoi battiti cardiaci per studiare le leggi di oscillazioni del pendolo e, inoltre, bravo liutista. Non dimentichiamo che è stato il primo a puntare verso il cielo un telescopio.
Oltre a ciò, si esercitava anche nella lettura degli oroscopi e predizioni.
Fino alla fine dei suoi giorni, pur non potendo più vedere il cielo a causa della cecità, continuò a fantasticare perché non poteva far quiete al suo inquieto cervello, per usare le sue parole. E per chi aveva conosciuto le stelle, la notte poteva solo essergli amica.
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