Saul e la divinazione
Raccontiamo, nel presente articolo di un re, Saul, che vietò la divinazione ma che ad essa ricorse. Altresì, incontriamo lo spirito pitone.
Un uomo chiamato Kis aveva un figlio di nome Saul. Questo giovane era alto e bello. Belli e alti come Saul non c’era nessuno.
Un giorno avvenne che Kis perdesse due asine, così chiese al figlio e al servo di aiutarlo nel cercarle.
Fatto sta che la ricerca durò molto tempo e Saul per timore che il padre pensasse che oltre alle asine avesse perso pure il figlio, esortò il servo a fare ritorno.
Ma il servo gli disse che proprio non lontano da dove stavano, si trovava un uomo tenuto in grande considerazione, perché tutto quello che diceva si avverava.
Si accorsero però di non aver più pane e non sapevano cosa donare al veggente.
Saul e la divinazione
A questo punto, l’autore Deuteronomistico ci fa notare che nel passato, in Israele, il profeta era chiamato veggente.
Ora però seguiamo.
Saul si accorse di avere un quarto di siclo d’argento: non si consultava un profeta senza fargli un dono.
Durante il cammino, incontrarono delle ragazze alle quali chiesero dove viveva il veggente e così i due giunsero alla casa di Samuele.
È interessante a questo punto sapere che il giorno precedente, Samuele era stato avvisato.
La voce del Signore gli aveva parlato all’orecchio: “Domani a quest’ora ti manderò un uomo della terra di Beniamino e tu lo ungerai come capo del mio popolo Israele. Egli libererà il mio popolo dalle mani dei Filistei, perché io ho guardato il mio popolo, essendo giunto fino a me il suo grido” (1Sam 9, 15-17).
Così avvenne l’incontro tra Saul e il veggente che subito lo riconobbe perché in tal modo si era rivelato il Signore.
Vi faccio notare che questo veggente, ossia Samuele ( tra l’altro è interessante anche la sua storia), era considerato un uomo di Dio.
Samuele li invitò a fermarsi e a mangiare, aggiungendo che le asine erano state ritrovate.
Il giorno seguente, al sorgere dell’aurora, Samuele chiamò Saul.
Però, ad un certo punto, mentre scendevano verso la città, disse al servo di andare avanti.
Dunque, il veggente versò sulla testa di Saul un’ampolla d’olio, lo unse e gli diede istruzioni per il ritorno a casa.
Gli disse anche che avrebbe incontrato un gruppo di profeti.
“Scenderanno dall’altura preceduti da arpe, timpani, flauti e cetre, in atto di fare i profeti. Lo Spirito del Signore investirà anche te e ti metterai a fare il profeta insieme con loro e sarai trasformato in un altro uomo” (1Sam 10, 5-6).
Dal racconto, deduciamo che i veggenti si riunivano e che Saul, unto da Samuele, si distingueva dagli altri per bellezza e per altezza.
“Sopravanzava dalla spalla in su tutto il popolo“.
Sappiamo bene come questo stereotipo abbia influenzato non poco la società, ma questo è un altro argomento.
Saul inizia la sua nuova vita non senza difficoltà.
Infatti, Samuele dovrà intervenire più volte, parlando al popolo d’Israele per ricordare loro i prodigi che il Signore aveva compiuto.
Saul iniziò a regnare all’età di trenta e regnò per venti anni.
Come era? Uno che si faceva prendere dal panico facilmente e un uomo geloso, gli piaceva il potere o se non altro i vantaggi che ne derivano.
E questa sua paura gli costò cara.
Infatti, per non obbedire alle parole di Samuele, che poi erano quelle del Signore, il legame tra i due si ruppe.
Tra l’altro, Samuele gli predice che proprio per non aver ascoltato le parole del Signore, il regno non sarebbe durato.
Precisamente, lo Spirito del Signore si allontanò da lui.
Quella che segue è una storia piena di battaglie, lotte interne, una vita difficile.
E come ciliegina sulla torta, la grande gelosia contro Davide, fino al punto di attentare alla vita di quest’ultimo.
Tuttavia, quando Davide ha la possibilità di uccidere Saul, non lo fa perché sa che la giustizia è di Dio e dice a Saul:
“Dagli empi esce l’empietà e la mia mano non sarà contro di (1 Sam 24,14).
Parole molto forti. Questo era un proverbio antico e stava a significare che se si toccavano le persone cattive, attiravi la sventura.
Così, Saul ammette, ancora una volta, di aver sbagliato e riconosce che Davide è un uomo giusto.
Vi faccio presente che Saul era stato sostituito da Davide. Per questo era geloso e non poco.
La storia continua.
Un giorno Saul si trovò davanti a un campo di Filistei.
Come vi ho già detto, aveva una cattiva consigliera sempre al suo fianco: la paura. Tanto era lo spavento che cominciò a pregare il Signore ma non ricevette risposta né attraverso i sogni o altro perché il suo spirito si era allontanato.
Allora, la paura di trasformò in terrore e chiamò i suoi ministri perché gli cercassero una negromante.
Saul e la divinazione
Vi dico subito che la negromanzia e così la divinazione, se pur praticata in Israele, in realtà erano proibite dalla legge.
Qui c’è anche un’altra connotazione. Ossia, oltre all’inganno degli indovini, degli spiriti e la loro evocazione, abbiamo la presenza di una donna che significava l’inganno personificato.
Saul, travestito e camuffato, andò di notte dalla pitonessa di Endor.
Ma lei lo riconobbe e gli ricordò che era stato proprio lui a eliminare dal paese indovini e negromanti.
Saul la tranquillizzò e le chiese di evocare lo spirito di Samuele. Il profeta apparve ma le sue parole non furono di alcun conforto.
“Saul cadde a terra lungo disteso, pieno di terrore per le parole di Samuele” (1Sam, 28,20).
La donna e i servi lo aiutarono a rialzarsi e fecero in modo che mangiasse qualcosa visto che era completamente senza forza.
La sua fine arrivò dopo poco tempo, perché fu trafitto dai Filistei nella battaglia di Gelboe insieme ai suoi tre figli. Allora Saul chiese allo scudiero di ucciderlo ma quello, spaventato, si negò.
Saul prese la spada e vi si gettò sopra e lo stesso fece il suo scudiero.
I loro corpi furono liberati dalle mura di Beisan, furono bruciati e le loro ossa sepolte sotto il tamarisco che è in Iabes.
Con la morte di Saul termina il primo libro di Samuele.
Saul e la divinazione
Seguiamo a scrutare la Bibbia, riguardo al tema della cartomanzia e divinazione, e andiamo al libro del Deuteronomio, al capitolo 18 e versetti 10 e seguenti.
Leggiamo: “Non si trovi in mezzo a te chi immola, facendoli passare per il fuoco, il suo figlio o la sua figlia, né chi esercita la divinazione o il sortilegio o l’augurio o la magia; né chi faccia incantesimi, né chi consulti gli spiriti o gli indovini, né chi interroghi i morti, perché chiunque fa questo cose è in abominio al Signore“.
In un altro passo e precisamente nel secondo libro dei Re, capitolo 17 versetto 17 leggiamo: “Fecero passare i loro figli e le loro figlie per il fuoco; praticarono la divinazione e gli incantesimi.”
Come notiamo, nonostante i divieti, il popolo era dedito alla divinazione.
Il concetto è ribadito anche nel profeta Geremia: “Voi non date retta ai vostri maghi né ai vostri sognatori che vi dicono: Non sarete soggetti al re di Babilonia!” (Ger 27,9).
Saul e la divinazione
Un altro episodio interessante lo troviamo negli Atti degli Apostoli.
“Mentre andavamo alla preghiera, venne verso di noi una giovane schiava, che aveva uno spirito di divinazione e procurava molto guadagno ai suoi padroni facendo l’indovina. Essa seguiva Paolo e noi gridando: Questi uomini sono servi del Dio Altissimo e vi annunziano la via della salvezza.
Questo fece per molti giorni finché Paolo mal sopportando la cosa, si volse e disse allo spirito: In nome si Gesù ti ordino di partire da lei.
E lo spirito partì all’istante. Ma vedendo i padroni che era partita la speranza del loro guadagno, presero Paolo e Sila e li trascinarono nella piazza principale davanti ai capi della città; presentandoli ai magistrati dissero: Questi uomini gettano il disordine nella nostra città; sono Giudei e predicano usanze che a noi Romani non è lecito accogliere né praticare.
La folla allora insorse contro di loro, mentre i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli e dopo averli caricati di colpi, li gettarono in prigione e ordinarono al carceriere di far buona guardia. Egli, ricevuto quest’ordine, li gettò nella cella più interna della prigione e strinse i loro piedi nei ceppi” (Atti, 16, 16-24).
Vi faccio notare che lo spirito di divinazione era conosciuto letteralmente come spirito pitone. Tanto è vero che l’indovina di Saul era chiamata la pitonessa di Endor.
Di questo parleremo la prossima volta, continuando proprio il discorso della divinazione non solo nella Bibbia ma anche in atri testi sacri.
Dimenticavo: volete sapere cosa successe poi a Paolo e al suo compagno? Durante la notte ci fu un terremoto e si aprirono le porte della prigione.
Niente è per caso!