Mettete davanti a voi un chiaroveggente, un sacerdote, un mago, uno psicologo; metteteci anche un genitore, un fratello un amico; mescolateli tutt’insieme e ne trarrete un cartomante.
Se si volesse tratteggiare il ritratto dell’indovino ideale, questo non si discosterebbe affatto da una persona come tutte le altre:
– niente atteggiamenti ridicoli o compassati
– niente paludamenti di foggia curiosa
– niente inflessioni misteriose o teatrali nella voce
irrinunciabili, invece:
– Calma e gentilizza
– Pazienza e disponibilità all’ascolto
– Atteggiamento sereno e capace di far apparire lieve ogni difficoltà
Il cartomante, infatti, non si limita a leggere nel passato e a decodificare il futuro; ma consiglia, rimprovera qualche volta, con parole cortesi e attente, ma necessariamente distaccate. Spesso abbiamo a che fare con cartomanti, molto bravi, che tuttavia si fanno carico in prima persona dei problemi altrui e si lasciano coinvolgere emotivamente dalle situazioni. Questo non dovrebbe mai succedere per il semplice fatto che la perdita dell’indispensabile obiettività rischia di mettere la necessaria valutazione corretta a rischio.
Diffidate dunque del cartomante che vi chiama per sapere come state o del cartomante che si professa vostro amico se non motivato da oggettive situazioni che hanno esulato dal consulto di cartomanzia
Perché nel cartomante l’ingrediente d’elezione rimane la ricettività, senza la quale qualsiasi contatto con la vibrazione del consultante con la dimensione universale dell’inconscio sarebbe precluso. E’ essenziale che il cartomante conosca il proprio mestiere e creda in esso, perché senza la conoscenza dei suoi segreti e la fiducia nelle proprie capacità, non potrà mai fare molta strada. Questo non implica, ovviamente, che debba stravolgere all’improvviso tutta la personalità.
Un buon cartomante dedica molto tempo allo studio, ogni giorno un po’, solitamente sul simbolismo delle carte, scendendovi piano piano alla radice, finché non solo si approprierà gradualmente del simbolo ma finirà con l’esserne a sua volta modificato.
Un buon cartomante, anche se questo non vi piacerà, non dovrebbe preoccuparsi troppo di ciò che può pensare il cliente. Questo non per mancanza di rispetto ma proprio per quello studio che ha affrontato nel tempo e che lo ha portato con l’esperienza fino a voi.
Accettare un NO in cartomanzia è molto più difficile che accettare un SI. E spesso è proprio l’assistito del cartomante che dimentica questo fattore per cercare di portare il cartomante a dire qualcosa che possa dargli nuovamente la speranza in amore, nella fortuna o nel lavoro. Meglio un no secco, o un rinvio, piuttosto che concedere un consulto quando non ve la sentite, se siete stanchi, nervosi o se avete fretta.
Certo, è importante conquistare la fiducia della persona che ha davanti e che questo lo stimi. Ma non bisognerebbe mai lasciarsi prendere la mano lasciando condurre il consulto di cartomanzia al cliente. Finirà col tenerlo in pugno e non avrà più alcuna possibilità di dirigere il consulto secondo le sue modalità e tempi che la suea sensibilità avverte come più corretti.
Considerando questo viene naturale chiedersi Cartomanti si Nasce?
Ebbene secondo degli studi prettamente astrologici ci sono tantissimi fattori che influenzano la nascita di un cartomante e questo tema l’ho trattato in forma più personale su un articolo pubblicato recentemente!
Invito alla lettura:
https://www.quicartomanzia.it/quanto-siamo-inconsapevoli/