L’Innocenza Cartomanzia Osho
L’innocenza Cartomanzia Osho. Il Tarot Zen è un invito al risveglio, un richiamo a sintonizzarsi con la
sensibilità, l’intuizione, la compassione, la ricettività, il coraggio e l’individualità.
Questa messa a fuoco sulla consapevolezza è una delle innovazioni rispetto ai
vecchi sistemi di pensare i tarocchi.
L’Innocenza
L’Innocenza è la lamina numero diciannove e così si espressa:
Lo Zen afferma che, se abbandoni il sapere – e nel
sapere è inclusa ogni cosa: il tuo nome, la tua
identità, tutto quanto, poiché queste cose ti sono state
date dagli altri – se lasci cadere tutto ciò che gli altri ti
hanno dato, acquisirai nel tuo essere una qualità
totalmente diversa: l’innocenza. Sarà una
crocifissione della “persona”, della personalità, e
avverrà una resurrezione della tua innocenza: di
nuovo tornerai a essere un bambino, rinato.
L’Innocenza Cartomanzia Osho
In questa lamina troviamo raffigurato un anziano che sembra un bambino. È immerso in un ambiente gradevole, tranquillo e una mantide religiosa si posa sul suo dito. Offre una sensazione di allegria e di completo abbandono come ci dicono i fiori che cadono in modo dolce.
Durante il percorso della vita, l’essere umano perde la propria innocenza e sperimenta il dubbio, la sfiducia.
Però, attraverso una vita di saggezza e semplicità è possibile gustare l’innocenza.
Infatti, Osho parla di luminosa innocenza e così afferma: “Nessuno sembra imparare dai bambini, e hanno molto da insegnarti, mentre tu non hai nulla da insegnare a loro. Solo perché sei più anziano e più forte, fai di tutto perché i bambini ti somiglino, senza mai pensare a ciò che sei, senza chiederti cos’hai raggiunto e in che condizioni sia il tuo mondo interiore: non hai alcuna ricchezza d’animo e desideri che tuo figlio ti assomigli? Purtroppo nessuno ci pensa, altrimenti la gente imparerebbe dai bambini.
I bambini offrono moltissimo al resto del mondo, perché possiedono la freschezza di chi è appena arrivato e portano ancora con sé la quiete primordiale del ventre materno, il silenzio dell’esistenza stessa“.