I primi orologi astronomici, in Europa, risalgono al Medioevo.
Però, il più antico, in Italia, è quello di Padova (la Torre dell’Orologio, Piazza dei Signori).
Si tratta di una bellissima torre, dove l’orologio batte l’ora, mostra il giorno del mese, il corso del Sole nei dodici segni dello Zodiaco.
Altresì, i giorni della luna e gli aspetti di essa con il sole, il suo crescere e calare.
L’inventore è stato Giovanni Dondio, un nobile padovano, medico e astrologo famoso e, per questo,la sua famiglia fu poi chiamata “orologia”.
Bisogna dire che la macchina di tale orologio astronomico oltre a essere la più antica d’Italia lo è anche del mondo e risale al 1344.
La sua posizione era in alto, verso sud, come auspicio di una riconciliazione tra il potere temporale e quello spirituale.
Una curiosità: manca il segno della Bilancia, perché all’epoca era unita con lo Scorpione e, il costruttore si ispirò al sistema antico, quello greco.
In definitiva, questi orologi hanno sempre la Terra al centro, secondo la teoria tolemaica.
Il quadrante, qui ha forma rotonda.
Mentre, nella parte esterna abbiamo le ore, con caratteri romani, in quella interna, troviamo le stelle.
Infine, nella terza fascia, ci sono i segni zodiacali.
Aggiungiamo che nella torre, fino a qualche decennio fa, viveva un addetto che si occupava quotidianamente dell’orologio. Sebbene ci si prenda cura della manutenzione. ora non ci vive più nessuno.
Inoltre, qualcuno ha definito codesta opera il cielo sulla Torre.
Un altro orologio astronomico lo troviamo a Brescia e fu installato nella metà del 1500.
Segna le ore, le fasi lunari e i segni zodiacali.
L’orologio, il terzo ordinato da parte della Serenissima, fu costruito da Paolo Gennari da Rezzato.
Simile a quello di Padova, tuttavia, con una modifica nella parte degli ingranaggi, funziona tuttora.
SBisogna dire che ono orologi speciali.
I “custodi del tempo” affrmano che per comprenderli, bisogna viverli.
Forse, non per caso,ma troviamo, sulla sommità della Torre, due statue di bronzo.
Ossia, I Matti delle ore, Tone e Batista, che allo scoccare dell’ora, suonano la campana.
Passiamo a Venezia, dove troviamo il secondo orologio della Serenissima, in quanto doveva sostituire il vecchio orologio di Sant’Alipio.
Ha un prezioso quadrante d’oro e di smalto blu.
Lo ha ideato da Zuan Carlo Ranieri nel 1493.
Segna l’ora, il giorno, le fasi lunari e solari, lo zodiaco e i cinque pianeti noti a quel tempo: Giove, Marte, Saturno, Venere e Mercurio.
L’indicazione dell’ora seguiva il sistema che divideva il giorno in 24 ore con il quadrante del tempo e, ai lati, gli astrolabi.
Può essere considerato il primo esempio di orologio digitale nel mondo.
Precisiamo che funziona ancora.
E’ costituito da quattro Treni che s’innescano al battere di ogni ora.
Ovvero, il Treno del funzionamento dei Mori, il Treno dei 132 colpi e il Treno della Macchina Astronomica.
Tutto parte dal Treno del Tempo che trasmette gli impulsi.
In aggiunta, l’orologio ha un carillon che si attiva nel giorno dell’Epifania con la rappresentazione della Natività e dei Re Magi.
Secondo una leggenda, il costruttore venne accecato affinché non fosse più in grado di riprodurre una simile bellezza.
Infine, i condannati vedevano proprio questo orologio che segnava l’ultima ora della loro vita.
In provincia di Bergamo, a Clusone, troviamo l’orologio planetario Fanzago del 1583.
Prenden il nome del matematico ed esperto orologiaio che lo costruì, proveniente da una famiglia che conosceva l’arte di fondere i metalli.
Possiamo asseriche che fu un’opera ardua per quei tempi.
Tanto che Llideatore lasciò una frase incisa per dimostrare che con l’ingegno e la manualità, le stelle, solo in minima parte, sono mosse da ragioni oscure.
“Sidera vix alij oscusa ratione moveri: Fanzagus manibus, luminibusque probat“.
Funziona ancora oggi e, il suo meccanismo è caricato manualmente.
Veramente, un gioiello del Rinascimento e della meccanica dove niente è lasciato al caso.
Segna i minuti, le ore, i giorni, i mesi. Con orientamento cardinale, le fasi lunari e del sole, la durata della luce e del buio, l’oroscopo.
Per di più, il quadrante è finemente decorato ed è suddiviso in 24 ore anziché 12.
Sapete qual è il più alto campanile in muratura del mondo?
E’ il torrazzo di Cremona, con il suo orologio astronomico.
Posto curiosamente in basso e realizzato nello stesso periodo del Fonzago, da Francesco e Giovanni Battista Di Vizioli (padre e figlio).
Funzionante, ancora oggi, è caricato a mano.
Indica le ore, le fasi lunari e solari, i mesi, le costellazioni, i segni zodiacali.
Ha quattro lancette: del sole, della luna, della terra e del drago.
Ed è proprio quest’ultima che, compiendo un giro ogni 18 anni e 3 mesi, in senso antiorario. Quando si sovrappone a quella del sole e della luna, segna una eclissi.
In pratica, è la rappresentazione della volta celeste con le dodici costellazioni dello Zodiaco. Sono rappresentate con simboli e posizionate nelle Case Zodiacali (ossia i luoghi dell’eclittica, secondo i popoli della Mesopotamia e dell’Egitto).
A Piazza della Libertà, tra l’Università, la Prefettura e il Teatro, troviamo la Torre Civica con il suo orologio planetario costruito dai fratelli Ranieri nel 1571.
Con un quadrante policromo, ha due porticine, per l’Angelo e il carosello dei Re Magi che escono due volte al giorno e s’inchinano alla Madonna con il Bambino.
Addirittura, mostra le 24 ore e le mezz’ore, la lancetta del quadrante orario, i moti apparenti della Luna e del Sole grazie alla lancetta del drago.
Anche qui, abbiamo cinque pianeti.
Una curiosità è rappresentata dall’uccellino Cesare fa suonare la piccola campana battendola con il becco.
Completamente azionato e governato da sei diversi treni.
Il restauro di quest’opera rinascimentale è contemporaneo, con la collaborazione di esperti dell’Università di Macerata e del Museo delle Scienze di Firenze.
Andiamo a sud e, tra i più antichi orologi d’Europa, abbiamo quello della Torre Oscura con l’omonima Porta.
La più antica della città di Trapani. L’orologio, è stato costruito nel 1596 dal maestro Giuseppe Mennella, su ordine dei Giurati.
E’ costituito dal quadrante del Sole con la lancetta del giglio che segna le ore.
L’altra, segna il moto apparente intorno alle case dello Zodiaco, gli equinozi e i solstizi e l’alternanza delle stagioni.
L’Ariete e la Bilancia fissano l’equinozio di Primavera e Autunno.
Il Cancro e il Capricorno, il passaggio del solstizio d’estate e d’inverno.
I quadranti sono circolari e hanno inserzioni in piombo e il bordo in pietra azzurra, simbolo del cielo.
Al centro del Lunario si trova la Terra. Le lancette del quadrante della Luna, in senso antiorario, segnano le fasi dalle neomenie a quelle decrescenti.
Nel 1933, la ditta Ungerer di Strasburgo, costruì a Messina un orologio astronomico.
Lo commissionò l’arcivescovo, in occasione della ricostruzione del Campanile. Era stato danneggiato dal terremoto del 1908.
Fu preso a modello, sotto consiglio di Pio XI, il celebre orologio di Strasburgo del 1354, detto dei Tre Re.
Per terminare questo vero e proprio capolavoro, ci vollero ben tre anni e la parte tecnica fu affidata all’ingegnere Frederic Klinghammer.
Alle 12, ogni giorno, si sente la voce di un leone ruggente, simbolo di Messina vittoriosa, in ricordo dei Vespri Siciliani. Muove la testa e la coda, sventolando la bandiera.
Poi, a simboleggiare la rinascita, c’è un gallo che canta e batte le ali.
Quindi, dalle scene civili si passa a quelle religiose, con sottofondo musicale (l’Ave Maria di Schubert).
Il tutto, in relazione del calendario liturgico.
Da Natale a Pasqua, si possono ammirare le scene della Natività con i Re Magi e l’adorazione dei pastori.
Tutto ciò, fino a Pentecoste, la Resurrezione con le due guardie romane vicino al sepolcro.
Da Pentecoste in poi, abbiamola discesa dello Spirito Santo su Maria e gli Apostoli.
Le scene di Mezzogiorno si chiudono con la consegna, da parte dell’Angelo a Maria, della sacra lettera.
Perfino, contempliamo l’inchino di San Paolo e di alcuni ambasciatori, la benedizione e il saluto della Madonna, protettrice e patrona di Messina.
Come se non bastasse, le ore sono scandite da Dina e Clarenza, due dame che entrarono nella leggenda.
Infatti, durante il Vespro, si opposero all’assalto degli angioini.
Una lanciando pietre sui nemici e l’altra suonando le campane per avvisare i concittadini.
Passiamo ora ai due caroselli. Qusti, segnano i giorni e l’età. Sono posizionati uno sopra l’altro.
Ovvero, il primo è simboleggiato dalle figure della mitologia greca.
Mentre il secondo indica le fasi della vita e, la vecchiaia è rappresentata dalla morte con la falce.
In aggiunta, abbiamo anche il calendario perpetuo con giorni, mesi, anni (compresi i bisestili e le feste mobili). Un angelo indica il giorno corrente. Vediamo il sistema solare con i pianeti che ruotano e la luna con le sue fasi. Il tutto, su tre metri e mezzo di diametro di orologio.
Ebbene, ha 54 statue con riferimenti storici, biblici e allegorici.
Come abbiamo potuto notare, in questa pennellata di bellezze italiane, troviamo degli orologi astronomici unici, stupendi. Sono il segno tangibile di come la vita sociale terrena sia intrinsecamente connessa a quella dell’universo, al cielo e alle sue infinite imperscrutabili magnificenze.