Il mito si compagina con l’umano
Ogni volta che arriva la notte di San Silvestro, molti concentrano le loro aspettative sull’oroscopo del nuovo anno.
Infatti, è diventata un’abitudine, nei programmi televisivi del 31 dicembre, ascoltare ciò che dicono gli astrologi.
Il desiderio che giungano eventi favorevoli o l’auspicio di un cambio positivo nella propria vita, è forte. Un’attesa a cui non si rinuncia.
E’ una passione irrazionale o qualcosa che ha a che fare con la sopravvivenza?
Sin nelle più antiche culture, dove il culto del mito apparteneva alla vita stessa, l’astrologia e la mitologia hanno percorso insieme le vicende dell’umanità.
Cominciando dai i Babilonesi, interessati all’influenza che gli astri potessero avere sulla semina e sul raccolto, il percorso è giunto sino a noi.
Passiamo infatti ad Alessandro Magno, un cultore del mondo mistico.
Poi, agli assiri e all’antico Egitto dove furono poste le basi di questa disciplina.
In pratica, il suo cammino non si è mai arrestato.
Importanti furono gli studi sia degli Egiziani che dei Greci, l’impulso che queste due civiltà diedero a tale scienza.
La necessità di guardare Horus o l’orizzonte per cercare risposte a domande esistenziali.
Cosa c’è oltre quella linea che marca il limite?
La contemplazione dell’infinito…
Proprio per questo, l’astrologia ebbe un grande successo in oriente, dove il misticismo era praticato, dove il movimento astrale era relazionato a quello dell’anima.
Mentre i greci scrutarono “il cammino degli animali” nello spazio celeste. Esattamente, in relazione all’eclittica e, grazie, ai loro studi sulla matematica e la geometria, divisero la zona in dodici parti uguali. Posero ad ognuna il nome delle costellazioni già scoperte dalla civiltà mesopotamica.
In realtà, possiamo solo sortire supposizioni, per questo diciamo, per esempio, che il leone, simbolo di forza, è un segno di piena estate.
In ogni caso, le interpretazioni sono diverse, a seconda dei popoli che hanno studiato l’astrologia e le sue origini.
Basta pensare ai celti che la misero in comparazione agli alberi o ai cinesi con gli animali a loro familiari.
Evidentemente, l’oroscopo, in ogni civiltà, è utilizzato per predire il futuro, per conoscere l’influenza che ha nella nostra vita, negli eventi, sul modo di essere e di comportarci, sul nostro destino.
La famosa posizione astrale continua a coinvolgere le società contemporanee.
Indubbiamente, il cielo notturno gioca su ognuno di noi un fascino particolare e suscita domande, poesie, pensieri d’amore, quesiti sull’esistenza di un Creatore. Finanche richieste di aiuto. Apre la questione se siamo soli nell’Universo.
Costellazioni, pianeti simili a dei che camminano sopra gli uomini per proteggerli o castigarli, per illuderci con tesori nascosti o poteri magici.
La volta celeste drappeggiata di storie romantiche come quella di Toro innamorato della principessa Europa, o racconti impregnati di gelosie e tradimenti: l’umano che si compagina con le divinità.
Ancora oggi, ci sentiamo stelle sulla Terra, parte di leggende affascinanti che uniscono e richiamano antichi miti.
Come diceva Victor Hugo: “L’anima è piena di stelle cadenti“.