Andiamo alla scoperta dell’oroscopo arabo.
Nell’articolo, parliamo della casa della Sapienza e dell’incontro degli arabi con le altre civiltà.
Gli arabi, matematici, poeti, naviganti e commessi viaggiatori, istituirono nel passato, a Baghdad, un osservatorio astronomico unico e una bellissima biblioteca, tanto da diventare il principale centro del mondo.
La Casa della Sapienza, con circa mezzo milione di volumi, superava di gran lunga le biblioteche del mondo cristiano che non arrivavano a mille esemplari. Inoltre, potevano accedere tutti e consultare testi di lingua sanscrita, ebraica, siriaca, greca, copta.
Era un luogo con conoscenze mediche avanzate e la genialità di quel califfato abbaside che iniziò nel 774 d.C. con Al Mansour, diede al mondo il più grande centro astronomico con le famose tavole del Sind e dell’Hind.
Purtroppo, la Bayt al_Hikma, già provata da tante battaglie, fu completamente distrutta nel 1258 a causa delle guerre contro i Mongoli.
L’incontro con le culture indiana, persiana e greca aveva dato un impulso importante a quella araba. Scrutare il cielo, studiare i pianeti aveva anche uno scopo religioso: la direzione verso la Mecca.
Già i beduini lo consideravano una guida nei commerci e per gli spostamenti delle carovane: perché quando c’è una meta anche il deserto diventa strada e, conoscere il cielo significava sopravvivere.
Uno dei segni che l’astronomia araba ha lasciato sta esattamente nelle stelle e, ancora oggi, le chiamiamo con quei nomi provenienti da qualche leggenda o in base alla costellazione appartenente.
Una cultura così piena di connotazioni simboliche e celestiali tanto da incidere sullo stesso alfabeto, infatti le 28 lettere sono divise in 13 lunari (qamar, luna) e 14 solari (šams, sole). Per gli arabi le Pleiadi erano le stelle più belle, Soraya le chiamavano. Le costellazioni facevano così parte della loro vita che venivano dipinte dentro le figure umane. Il sacerdote o il capo religioso era chiamato con il nome del sole, perché considerato un illuminato, una guida. Così molti nomi di persona si riferiscono alla volta celeste.
Dunque: Ma huwa rasmuk li-mintaqàt al-burùg? Di che segno sei?
E qui scendiamo sulla terra perché per designare l’oroscopo, gli arabi hanno scelto un’arma, anzi 12, divise in tre categorie.
Le armi corte sono il coltello, il pugnale, il coltellaccio e il pugnale arabo.
Armi medie sono la mazza ferrata, la clava, l’ascia e la catena.
Le armi lunghe sono la spada, la lancia, la fionda e l’arco.
Per leggere l’oroscopo si prende in considerazione il giorno della nascita, la città con il suo numero di abitanti e lo status sociale dei genitori o delle persone che si occupano del bambino.
L’oroscopo non è definitivo, perché ognuno di noi ha l’opportunità di cambiare il proprio destino: l’uomo più ricco è quello che sa cosa fare il giorno dopo, dice un proverbio arabo.
L’oroscopo delle possibilità, gli arabi, lo hanno appreso dai sumeri, secondo alcuni studiosi.
Dobbiamo prendere in considerazione quattro armi: predestinazione, tendenza, fortuna e nascita.
Se sono un Acquario, la mia arma di predestinazione è l’undicesima, ossia la fionda. Se la mia città natale ha più di cinque milioni di abitanti, la mia arma di tendenza è la dodicesima, l’arco. Supponiamo che mia madre sia una professoressa e mio padre un infermiere specializzato, l’arma della fortuna è la settima, ossia l’ascia.
Ora, se sommiamo il numero della predestinazione (11), più quello della tendenza (12), con quello della fortuna (sette), otteniamo 29.
Questo numero devo dividerlo per 3 ed è uguale a 9,66666667. Significa che la mia arma di nascita è la lancia perché è un numero che va verso il 10.
1) Coltello (Vergine)
2) Pugnale (Ariete)
3) Coltellaccio (Cancro)
4) Pugnale arabo (Scorpione)
5) Massa di ferro (Gemelli)
6) Clava (Toro)
7) Ascia (Pesci)
8) Catena (Bilancia)
9) Spada (Leone)
10) Lancia (Capricorno)
11) Fionda (Acquario)
12) Arco (Sagittario)
Coltello, troviamo mendicanti, barboni, sbandati, rifugiati e città con meno di 500 abitanti.
Pugnale, abbiamo lavori come persone di servizio, domestici, manovali, operai non specializzati e città da 500 a 2.000 abitanti.
Coltellaccio, operai specializzati, artigiani, piccoli commercianti, infermieri non specializzati e città con abitanti da 2.000 a 5.000.
Pugnale arabo, poliziotti, malviventi, sottufficiali, persone che nella vita si arrangiano. Le città con una popolazione tra i 5000 e i 15.000.
Mazza di ferro, ufficiali o militari in carriera, eccetto generali, capi ufficio o di reparto, le persone che hanno come compito quello di far osservare degli ordini.
Le città, dai 15.000 ai 50.000 abitanti
Clava, agricoltori, contadini e allevatori. Le città da 50.000 a 100.000 abitanti
Ascia, impiegati, insegnanti, infermieri specializzati, piccoli giornalisti, attori o dirigenti segretari e, città da 100.000 a 200.000 abitanti
Catena, banchieri, commercianti, industriali, chi possiede rendite, borghesi. Città da 200.000 a 350.000
Spada, alti ufficiali, incarichi di governo, alti funzionari. Città da 350.000 a 600.000
Lancia, liberi professionisti, professori d intellettuali importanti, dirigenti e attori famosi. Città da 600.000 a 1.500.000
Fionda, artisti, filosofi, poeti, creativi, scienziati. Città da 1.500.000 a 5.000.000
Arco, tutte le figure della fionda ma che sono diventate celebri. Città con più di 5.000.000 di abitanti.
Nelle armi corte, abbiamo personalità problematiche, con poca stima di se stesse.
Certo generose, leali con talenti ma poco competitive, o con ambizioni esagerate e non raggiungibili. Oppure persone impegnate nella lotta per la sopravvivenza, centrate più sulla sfera fisica che su quella spirituale.
Si può passare dalle armi corte a quelle medie e, qui le personalità sono più intraprendenti, sognano di cambiare la propria situazione.
Ottimisti e fiduciosi nel prossimo, coltivano grandi amicizie.
Amano la ricchezza e vivere in maniera lussuosa.
Le armi lunghe sono quelle della luminosità. Queste personalità sanno uscire dalle situazioni buie, sono dei creativi, hanno talento ma anche un nemico che è il denaro.
C’è da chiedersi perché gli arabi abbiano scelto le armi e non un animale, per esempio o gli alberi come i Celti.
Semplice, la considerazione della vita come una continua lotta, tanto che cita un loro proverbio: “La guerra finirà solo quando i padri ameranno i propri figli più di quanto odino i propri nemici”.
Nelle armi corte, abbiamo personalità problematiche, con poca stima di se stesse. Certo generose, leali con talenti ma poco competitive, o con ambizioni esagerate e non raggiungibili. Oppure persone impegnate nella lotta per la sopravvivenza, centrate più sulla sfera fisica che su quella spirituale.
Si può passare dalle armi corte a quelle medie e, qui le personalità sono più intraprendenti, sognano di cambiare la propria situazione.
Ottimisti e fiduciosi nel prossimo, coltivano grandi amicizie.
Amano la ricchezza e vivere in maniera lussuosa.
Le armi lunghe sono quelle della luminosità. Queste personalità sanno uscire dalle situazioni buie, sono dei creativi, hanno talento ma anche un nemico che è il denaro.
Perché gli arabi abbiano scelto le armi e non un animale, per esempio o gli alberi come i Celti.
Semplice, la considerazione della vita come una continua lotta, tanto che cita un loro proverbio: “La guerra finirà solo quando i padri ameranno i propri figli più di quanto odino i propri nemici“.
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